Recettori del dolce nel gatto

Sapete che… il gatto non ha i recettori per il dolce a livello di papille gustative? E quindi, per quel che ne sappiamo oggi, non sente il sapore dolce. Come mai? Perché è un carnivoro stretto, e non è fatto per mangiare i carboidrati (che noi però, puntualmente, forniamo con i croccantini, in quanto servono proprio per il processo di estrusione e senza non si riuscirebbe ad ottenere la crocchetta).

A differenza del cane, che in millenni di evoluzione a fianco dell’uomo ha sviluppato una certa capacità di digerire l’amido (uno zucchero complesso di origine vegetale) il gatto invece ha mantenuto le sue caratteristiche di carnivoro e non ha quindi né amilasi (l’enzima per digerire l’amido) né recettori per il gusto dolce.

 

Dal punto di vista evolutivo, ha perfettamente senso, perché ha affiancato l’uomo da meno tempo rispetto al cane e soprattutto all’uomo non interessava dargli del cibo, perché lo scopo di questi piccoli felini era proprio quello di cacciare i topi nei granai, per preservare le scorte di cibo degli umani. Mentre invece, i cani venivano nutriti con avanzi, ed ecco quindi la necessità di questi animali di sviluppare una certa capacità nel digerire i carboidrati, e quindi l’amido che l’uomo gli forniva (non è che in passato la ciccia abbondasse, e non veniva certo riservata ai cani!)